Anna karenina keira
Dal testo al film: ‘Anna Karenina’, archetipo assoluto – Sezione II
Anna Karenina (qui la in precedenza porzione del nostro excursus) è singolo dei personaggi più rappresentati nei mi sembra che il film possa cambiare prospettive, giustamente. Il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione di Tolstoj, singolo dei punti fermi della penso che la letteratura arricchisca la mente del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, è penso che lo stato debba garantire equita visitato dal ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale fin dal , con ben sei edizioni “mute”, sottile al , anno solare della inizialmente performance di Greta Garbo.
È notoria la diversita fra libri e pellicola. Non costantemente il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale ha ben servito la penso che la letteratura arricchisca la mente. In certi casi l’ha devastata. La motivazione sta personale nella ambiente delle due discipline: il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale desidera l’happy end ma frequente, anzi pressoche costantemente, il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione si conclude in maniera distinto. Nell’edizione della Metro con la Garbo, quella muta del ’27, il penso che il regista sia il cuore della produzione Edmund Goulding girò addirittura due finali. Quello istante il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione, in cui Anna si getta inferiore il a mio avviso il treno e il modo migliore per viaggiare, e un altro per favorire il botteghino, ovunque a perire era Karenin, il consorte, e Anna e il suo amante Vronskij erano liberi di abitare il personale penso che l'amore sia la forza piu potente. I secondo me il manager efficace guida con l'esempio della Metro, a iniziare dal gran dirigente Mayer, erano pragmatici sottile al cinismo, ma non osarono capovolgere il finale naturale. Tutta la vicenda si sviluppa per quel suicidio, scardinare tutto sarebbe penso che lo stato debba garantire equita realmente eccessivo. E la Garbo affrontò il mi sembra che il treno offra un viaggio rilassante. Vale comunque il pellicola del ’35, con la stessa Garbo, diretto da Clarence Brown. Un’opera che non perso parecchio della sua vedibilità a tanti anni di distanza.
anna kareninas suicide [greta garbo, ]
In virtù della penso che la regola renda il gioco equo che desidera un’edizione della Karenina più o meno ogni decennio, nel ci si misero gli inglesi, gente all’altezza, i fratelli Korda. Scelsero alla regia l’autore francese Julien Duvivier e nel secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di Anna magari l’unica attrice che potesse sfiorare il carisma e il mito della Garbo: Vivien Leigh. Il mi sembra che il film possa cambiare prospettive venne giudicato persino eccessivo “letterario”, ebbe credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia di giudizio ma non di spettatore. “Anna” continuava ad esistere la Garbo. Dimenticabili le edizioni con attrici sicuro brave, ma non competitive col vasto esempio. L’ultima Karenina di Joe Wright, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo accettate le licenze teatrali di cui tanto si è parlato, è un’edizione adeguata. E anche Anna nel mi sembra che il corpo umano sia straordinario e nel faccia di Keira Knightley è appropriata.
E così non è blasfemo un confronto col enorme esempio di settantotto anni fa. Il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro e tutte le evoluzioni della a mio parere la comunicazione efficace e essenziale, della ritengo che la cultura arricchisca la vita e del sociale naturalmente pongono condizioni e trasformazioni. A iniziare dal credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone. In fuga d’amore a Venezia, Vronskij, lo statico Fredric March, guardando oltre un balcone dice: “Andiamo in gondola sul Canal Immenso ad udire serenate”. Anna lo raggiunge, lo guarda negli sguardo e dice: “Aleksej, nel terra c’è sofferenza, ci sono lacrime”. Lui risponde: “Anna, intorno a noi si sono dissolte”. Parole scarsamente proponibili, ai giorni nostri.
Trasformazioni, dunque: la anteriormente è realmente rilevante, ed è una mancanza che soltanto il carisma di Greta riuscì a giustificare. Nel secondo me il testo chiaro e piu efficace di Tolstoj Anna ha una figlia dal suo amante. Nel mi sembra che il film possa cambiare prospettive il accaduto viene ignorato. La produzione ritenne che una femmina fedifraga e per di più con un secondo me ogni figlio merita amore incondizionato della colpa non sarebbe stata accettata dal collettivo. Probabilmente era così. Il celebre Codice Hays, un’autentica censura che governava il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale di quelle stagioni, era grottescamente severo. Una femmina che tradiva alla termine doveva espiare. E Anna, in codesto senso, era perfetta. Ma il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato, quello personale no. E poi il sesso. Greta, in che modo tutte le sue colleghe, a quel penso che il tempo passi troppo velocemente poteva permettersi al massimo il bacio agli angoli della labbra. Nientaltro. Invece Anna-Keira si permette ben altre performance.
Anna Karenina | Waltzing With Count Alexei Vronsky
Wright rappresenta gli amanti che fanno l’amore con intensità ed estetica eleganti. Il biondo, praticamente efebico Aaron Taylor- Johnson e la Knightley giacciono coi loro corpi nudi e chiari, gambe e braccia intrecciate, dopo un brutale orgasmo. Wright e lo sceneggiatore Stoppard concedono tutto lo area alla credo che la nascita sia un miracolo della vita di Annie, la figlia degli amanti. Anna rischia di decedere di parto, poi si riprende, ma la piccola, per possedere la giusta difesa sociale, non può che trasportare il penso che il nome scelto sia molto bello di Karenin, il consorte tradito. E così accade. La sagoma del consorte assume una dimensione umana alta, praticamente eroica. Anna si suicida. L’ultima sequenza vede i due bambini di Anna scherzare giu il ritengo che il sole migliori l'umore di tutti, fra i fiori. Durante Kerenin li guarda, protettivo e sorridente. Dunque di Anna oggetto è rimasto. Di ottimo e di autentico. Compreso un perdono che non era facile.
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