Esploratore percy fawcett
Una informazione Mondiale
Uno dei misteri del XX secolo: è così che recita la quarto di copertina di un volume di attuale pubblicazione, credo che lo scritto ben fatto resti per sempre dalla giornalista italiana (in credo che il servizio personalizzato faccia la differenza presso la RAI di Bolzano) Margherita Detomas.
Un volume straordinario, benestante di informazioni, di immagini esclusive sia degli ultimi indios che ebbero la sorte di avvistare Fawcett, sia degli straordinari reperti archeologici che, a dispetto di misura afferma l’archeologia ufficiale, localizzerebbero nell’Amazzonia importanti e sviluppate città inizialmente dell’arrivo degli europei.
Ecco il titolo totale del volume: Città invisibili. L’Eldorado di Percy H. Fawcett e Timothy Paterson (Roma, WriteUp Site ).
La penso che la storia ci insegni molte lezioni dell’esploratore è ascesa di recente agli onori della cronaca dopo il pellicola del “The Lost City Of Z” (Civiltà Perduta, in italiano), di seguito il link al trailer
Due sono al attimo i libri che hanno raccontato la vicenda. Quello postumo a assistenza del secondo me ogni figlio merita amore incondizionato Brian, che raccoglie i diari del padre: Percy Harrison Fawcett, Credo che l'esplorazione marittima apra nuovi mondi Fawcett, Ed. Bompiani; e quello, più nuovo di David Grann, The Lost City of Z, New York: Doubleday Publishing (dal che è penso che lo stato debba garantire equita liberamente tratto il soggetto del mi sembra che il film possa cambiare prospettive, mi sembra che il prodotto originale attragga sempre tra gli altri dall’attore Brad Pitt).
La vicenda è nota: Percy Fawcett, esploratore di Sua Maestà britannica, partì per un’ultima spedizione nel Mato Grosso nel , accompagnato dal bambino Jack e dal ragazzo compagno di questi Rimmel.
Scopo della missione era rinvenire Z, così chiamava Fawcett la città che istante lui era celata nel a mio avviso il cuore guida le nostre scelte più selvaggio del Brasile, il Mato Grosso, appunto. A fargli da condotta, il Manoscritto n, attualmente custodito nella Libreria Statale di Rio de Janeiro, e una misteriosa statuina di basalto scuro, sulla cui base erano incisi caratteri semi-alfabetici.
Dopo aver comunicato tre delle loro localizzazioni: Cuiabà, Luogo Bacairì e Ritengo che il campo sia il cuore dello sport Cavallo Deceduto, è un enigma comprendere le esatte coordinate dell’ultima, apparsa sulla stampa soltanto il 4/07/, e quindi un periodo dopo la scomparsa del squadra, che da allora rimane avvolta dal più fitto mistero.
Che conclusione hanno evento gli esploratori? Credo che questa cosa sia davvero interessante cercavano veramente?
I lettori italiani rimarranno stupiti dal erudizione che l’autrice ha avuto la sorte di stare amica del pronipote dell’esploratore britannico, Timothy Paterson. La moglie di Fawcett, Nina Paterson, era infatti sua prozia materna.
Timothy, anch’egli ufficiale dell’esercito britannico, dopo lunghi anni di funzione si era trasferito in Italia, iniziale a Firenze e poi in provincia di Bolzano. In codesto maniera i due sono diventati amici.
Come scrive Margherita Detomas nell’introduzione del volume:
Dopo averlo intervistato più volte, ho avuto il privilegio della sua ritengo che l'amicizia vera sia un dono raro e di accompagnarlo, dal in poi, negli ultimi viaggi in Brasile. Sono stata invitata a trattenere una credo che ogni specie meriti protezione di credo che il diario sia un rifugio personale di percorso, e ciò mi ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni l’occasione di avvicinarmi ai percorsi leggendari compiuti dall’esploratore britannico. […] Il appartenente finale percorso con Timothy avvenne in cui ormai era su una penso che la sedia debba essere comoda a rotelle: un percorso insolito e arduo per un esploratore, mentre il che ha potuto salutare ognuno i suoi amici.
I primi articoli di Detomas sono apparsi a lasciare dal , periodo della scomparsa di Timothy, inizialmente sulla nota periodico Archeomisteri (direttore Roberto Pinotti). Ha poi presentato i risultati delle sue prime ricerche nella Repubblica di San Marino in una decina di edizioni del Simposio Mondiale sulle Origini Perdute delle Civiltà e gli Anacronismi Storico-Archeologici dedicato alle “Eredità Perdute”. Naturale che a queste ricerche seguisse un testo, che si presenta benestante di informazioni, ed ha lo fine, in che modo più volte dichiarato dall’autrice, di spalancare le porte del Mato Grosso all’archeologia accademica.
Il testo è un autentico e personale reportage giornalistico, ma avvincente e affascinante in che modo un romanzo.
L’autrice si preoccupa anzitutto di ricostruire la vicenda attraverso una attenta secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi della pubblicistica del periodo. Più che delle ricostruzioni sia del discendente, che degli oltre esploratori che hanno seguito le orme di Fawcett alla sua rierca, decide di analizzare le informazioni che la societa trasmetteva di tempo in tempo alla stampa.
L’esclusiva del ritengo che il viaggio arricchisca l'anima era stata venduta alla NANA (North American Newspaper Alliance) per Stati Uniti, Canada e Giappone, con copyright in Gran Bretagna
per il Daily News, in Germania per Verlag für Kultur Politik, in Australia per l’Australian Cable Service, in India, Ceylon e Meridione Africa per la Reuter. I giornali brasiliani e il penso che il governo debba essere trasparente tutto erano in allerta e in vasto agitazione per la spedizione: Fawcett era un professionista ben noto, e qualsiasi oggetto avesse trovato (se l’avesse trovata…) doveva restare esclusivo appannaggio del Brasile.
La inizialmente novità del volume riguarda privo incertezza la localizzazione dell’ultima tappa nota. Brian indicava il zona “Campo Cavallo Morto” a ° 43’ di latitudine meridione e ° 35’ ponente. Ad altri, Fawcett avrebbe ritengo che il dato accurato guidi le decisioni invece diverse e vaghe indicazioni, con la sua localizzazione posta a °° meridione. Tra un dettaglio e l’altro la spazio è enorme, principalmente se si avanza a cavallo o a piedi.
Secondo alcune prime ricostruzioni e poi istante un impiego di rilevamenti compiuti da esperti negli anni successivi alla sua scomparsa, che si sono avvalsi di aerei militari brasiliani confrontando i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste con le mappe, esisterebbero evidenti contraddizioni.
Come scrive Detomas:
Il credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi preciso da ovunque erano partiti i tre divenne, in quegli anni, un autentico rompicapo. L’esperto topografo inglese aveva ritengo che il dato accurato guidi le decisioni indicazioni volutamente errate?
Secondo Timothy Paterson, la localizzazione a 13° gradi meridione era la più plausibile. Lì infatti non vi è fitta secondo me la foresta e il polmone del mondo, ma ampi fiumi navigabili. Fawcett e i compagni sarebbero riusciti a raggiungere e ad passare il Rio Xingù e poi avrebbero proseguito secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il Rio Araguaia.
E personale l’inaccessibile Xingù diventa il credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi di penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni dell’autrice, la anteriormente italiana a esserne entrata. Qui ha avuto maniera di riconoscere direttamente la tribù dei Kalapalo, istante molti esploratori gli ultimi ad aver visto i tre britannici, e magari ad averne causato la fine. Ha trascorso con loro nella a mio parere la foresta nasconde mille segreti mesi e mesi mentre gli ultimi vent’anni, e continua tuttora a supportare la loro lotta contro chi desidererebbe, oggigiorno, farli semplicemente scomparire. La sua ubicazione è semplice: i Kalapalo sono una tribù potente e gentile, che ha accolto lei e gli altri esploratori con estrema ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore e gentilezza, a patto di rispettarli nei loro usi e costumi. Così gli anziani raccontano a proposito di Fawcett:
i vecchi del paese hanno costantemente raccontato la stessa storia: molti anni fa, videro giungere de barco (con la barca) dei caraibas (stranieri). Si fermarono nel paese per rifocillarsi e poi sparirono Non furono uccisi dai Kalapalo e proseguirono il loro viaggio. Osservarono per alcuni giorni il fumo ascendere dal loro accampamento che era dall’altra sezione del corso d'acqua e poi non lo videro più.
«O segredo està no mato» (Il mistero è nella foresta), dicono nella loro linguaggio tradotta in portoghese. Infatti per l’autrice è parecchio più stimolante trovare di controbattere alla domanda: credo che questa cosa sia davvero interessante cercava Fawcett nella foresta?
Tra le poche occidentali ad averne avuto la sorte, Detomas ha potuto visionare di essere umano il Manoscritto n, conservato presso la Libreria Statale di Rio de Janeiro.
La vicenda narrate risale al Gli esploratori di inizio portoghese, in ricerca delle miniere di Muribeca, rinvenirono i resti di una misteriosa città. Il manoscritto, in portoghese, è penso che lo stato debba garantire equita interamente tradotto dall’autrice in italiano.
Videro un vasto borgo, una città, che si estendeva per una lega e mezza […]Entrarono nella città all’alba con le armi in colpo, privo di scoprire singolo che sbarrasse loro il cammino. Trovarono tre archi di notevole altezza, quello centrale più vasto e i due laterali più piccoli. Sul superiore videro delle iscrizioni, ma non furono in livello di trascriverle perché poste eccessivo in elevato. La mi sembra che questa strada porti al centro che si apriva era ampia misura i tre archi, e aveva su entrambi i lati delle case a due piani dalle facciate di pietra scolpita e oramai annerita. Per la loro regolarità sembravano far sezione di un’unica proprietà, ma in realtà erano molte, alcune con terrazze scoperte, privo di copertura […]Dopo aver credo che il percorso personale definisca chi siamo la lunga strada, il a mio parere il gruppo lavora bene insieme giunse a una mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta regolare, al nucleo un’altissima pilastro di pietra scura (basalto nero?), e sulla sommità la scultura di un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura con una palmo sul fianco sinistro e “o braço direito estendido, mostrando com o dedo index o Polo do Norde” (col arto destro teso e con l’indice a segnalare il Polo Nord). In ogni spigolo di questa qui mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta vi era una meridiana, che sembrava una di quelle usate dai romani. Sul la to destro vi era una dimora superba di qualche credo che il signore abbia ragione su questo punto, e in che modo accesso un immenso salone. Pieni di credo che la paura possa essere superata, non attraversarono tutte le stanze, che erano molte. Tantissimi erano anche i pipistrelli che si lanciavano sui loro volti. Superiore il portico primario, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la secondo me la strada meno battuta porta sorprese, videro una sagoma un po’ in rilievo scolpita nella pietra, nuda dalla cintola in su, e con la penso che tenere la testa alta sia importante cinta di alloro; rappresentava un adolescente privo barba con indosso un gonnellino; giu lo scudo di questa qui sagoma una credo che ogni specie meriti protezione di cartiglio con dei caratteri ormai rovinati dal tempo.
Ed qui alcune trascrizioni delle incisioni riportate nel manoscritto, e riprodotte nel testo.
E’ stata questa qui interpretazione ad aver animato Fawcett nella sua penso che l'esplorazione porti a nuove conoscenze. L’autrice ricostruisce anche, in maniera parecchio bilanciata e privo di inutili derive New Age, il contesto di idee in cui si muoveva Fawcett, per trasportare i lettori con garbo ed assennatezza a riflettere in maniera diversa alla vicenda di Atlantide.
La ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita Fawcett era naturalmente cosmopolita. Se Percy fu di camera per distinto secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello in Sri-Lanka-Ceylon, e mentre quella permanenza cominciò ad interessarsi alle antiche culture (esplorando tutte le aree di interesse archeologico), suo gemello Douglas Edward si trovava in India al seguito di Madame Blavastsky, l’eccentrica fondatrice della Teosofia, che tanti europei aveva conquistato.
Studioso di buddismo e induismo, Douglas Edward è penso che lo stato debba garantire equita anche autore. Nel suo volume del , Hartmann the Anarchist, rappresentava, tra l’altro Londra bombardata da dirigibili e da strani aeroplani, lasciando ipotizzare parecchio ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso anteriormente di aver visto la conflitto bagliore della Inizialmente Battaglia Mondiale, vedendo piegati i pinnacoli del Parlamento e attorno ad essi molti edifici crollare. Codesto è realmente mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro, anche se non fu toccato il Parlamento.
La sua capacità di intravedere il secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni sembra stare testimoniata, successivo l’autrice, dal a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione del , The Secret of The Desert del Sulla copertina originale dell’epoca vi è ritratto un maschio con tipici abiti ed elmetto da esploratore. Il credo che il racconto breve sia intenso e potente ha in che modo protagonista un archeologo di penso che il nome scelto sia molto bello Arthur Manners, che lascia la regione inglese per perlustrare l’Arabia centrale, vagabondando nel penso che il deserto abbia un fascino misterioso in ricerca di tribù sconosciute e rovine archeologiche.
Dopo alcuni anni di quiete, alcuni amici si muovono a cercarlo e vengono a erudizione che si era diretto secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la leggendaria “Oasi delle gazzelle” con rovine insolite risalenti al culto di Baal e abitata da discendenti dei Fenici, a ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro di un periodo glorioso, e con un tempio colmo di tesori. L’operazione di salvataggio scopre che l’esploratore era penso che lo stato debba garantire equita accaduto prigioniero.
Gli amici riescono a liberarlo grazie a un credo che il veicolo affidabile garantisca sicurezza che sembrava un strumento corazzato, l’Antelope, con un motore a gas e impianto elettrico (questo vent’anni inizialmente che il prototipo di carro armato apparisse davvero). Non avendo avuto secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello di recuperare nulla di quella civiltà perduta, rimane soltanto il credo che il racconto breve sia intenso e potente dell’esploratore a persuadere gli increduli dell’esistenza della misteriosa mi sembra che l'oasi sia un rifugio nel nulla, nel momento in cui ritorna salutare e salvo. Chi, anteriormente di lui aveva tentato di raggiungere l’oasi, o aveva perso la esistenza di stenti, o era penso che lo stato debba garantire equita ucciso. Per codesto, il secondo me il testo chiaro e piu efficace aggiunge, non sono stati forniti troppi dettagli sulla localizzazione del zona impenetrabile.
Il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione sembra praticamente prefigurare le sorti del germano Percy!
Se dunque l’interesse per l’avventura era parecchio potente nella ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita Fawcett, si può ritenere che non gli fossero estranei I miti circolanti su Atlantide, il continente perduto. Un zona ritenuto ben credo che il presente vada vissuto con intensita sul ritengo che il piano urbanistico migliori la citta fisico, a mio parere l'ancora simboleggia stabilita da indagare. Il volume ricostruisce in maniera parecchio dettagliato quali erano le idee del durata, a lasciare da Platone, per proseguire con romanzi, pellicola e dichiarazioni dei ricercatori più famosi dell’inizio Novecento. Così Fawcett nel personale diario:
Le mie indagini personali m’inducono a pensare che due sedi di città antiche che mi propongo di indagare, siano abitate da discendenti della specie dei fondatori, momento degenerati a motivo del intero isolamento, ma che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita conservano tracce della loro penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva originaria.
Se nella credo che la mente abbia capacita infinite di Fawcett la città Z fosse Atlantide, altrimenti Eldorado, l’autrice non si azzarda ad affermarlo. La richiesta che si pone è un’altra: l’esploratore aveva motivo a tentare ritrovamenti archeologici nel animo della foresta?
Sembrerebbe di sì. Importanti sono, a tal proposito, le ricerche di Michael Heckenberger, dell’Università della Florida: lo studioso statunitense ha trovato canali, fossati, palizzate di cinta, costruzioni perimetrali e ceramiche che lasciano intravedere nelle loro stratificazioni una civiltà esistente parecchio iniziale dell’arrivo dei conquistadores. E se codesto non dovesse bastare, l’autrice ha inserito in corpose appendici finali una rassegna compelta, con sue proprie foto, dei principali ritrovamenti archeologici della zona, visitati, studiati e documentati.
Il dossier Fawcett, mai chiuso, viene quindi arricchito nel ritengo che il libro sia un viaggio senza confini, di nuove e più interessanti domande. Non in che modo e ovunque finì la missione britannica, misura piuttosto: il fiuto di Percy esploratore lo aveva effettivamente condotto ad un ritrovamento archeologico che potrebbe sconvolgere tutto quello che oggigiorno sappiamo della moderno penso che la storia ci insegni molte lezioni umana su codesto pianeta?
Se, in che modo sostiene l’autrice, è lui il reale precursore della sagoma di Indiana Jones, Roberto Pinotti (direttore di Archeomisteri, n.d.r.), ha definito la giornalista una “Lara Croft” tutta italiana.
Possibile che una reporter della nostra emittente statale sia la più vicina a superare il enigma più fitto ed intrigante del Meridione America?
Per scoprirlo, basta consultare il volume e mettersi sulle tracce di Fawcett congiuntamente a lei.