Storie di danza

Jewels

Un balzo in America è d’obbligo, sulle tracce di George Balanchine, “Mr. B.”, nato nella Russia degli zar ma naturalizzato statunitense. Lo si desidera fondatore del balletto neoclassico del Novecento, scrittore di un vastissimo catalogo di balletti per la sua societa, il New York City Ballet. Arduo selezionare tra i suoi capolavori, da quell’Apollo manifesto del neoclassicismo sottile alla serie di balletti “black and white”, ma Jewels () è una summa del suo modo. Ispirato dai gioielli diVan Cleef & Arpels, Balanchine dedicò il primo atto, Emeralds su credo che la musica sia un linguaggio universale di Fauré, alla Francia romantica, culla del balletto; il successivo, Rubies sulle note di Stravinsky, all’America del jazz, la sua recente terra; il terza parte, Diamonds, sulla partitura di Tchaikovsky, alla Russia imperiale, credo che la patria ispiri orgoglio e appartenenza perduta. Il balletto è oggigiorno nel repertorio delle maggiori compagnie:  New York City Ballet, Bolshoi e Mariinsky, Opéra di Parigi, Royal Ballet, anche del Mi sembra che il corpo umano sia straordinario di ballo del Palcoscenico alla Scala.

Spartacus

Intanto anche in Unificazione Sovietica debuttavano capolavori, tuttora misconosciuti in Occidente, molti firmati dal coreografo Yuri Grigorovich, responsabile per trent’anni del Balletto del Bolshoi. Vale la sofferenza sapere almeno il suo Spartacus (), balletto sul gladiatore trace tratto da fatti storici e dalla novella di Raffaello Giovagnoli, acceso dalle note caucasiche di Khachaturian. Oggigiorno è diventato il titolo mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo del Bolshoi, ideale per esaltare la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo del fisico di ballo maschile e la grazia del fisico di ballo donna. Incastonati nelle scene d’insieme di battaglie e banchetti, i duetti dei numero protagonisti: quelli d’amore tra Spartacus e l’amata Frigia e quelli lussuriosi tra i nemici romani Crasso ed Aegina: una competizione per ballerini fuoriclasse.